Il mondo dall'alto

Quando torno dai miei viaggi mi ritrovo in una stanza molto particolare.

È situata all’interno di un appartamento all’ultimo piano di un palazzo antico, appena sotto il solaio e dispone di un grande finestrone a forma di semicerchio.

Adoro la sensazione che mi dà affacciarmi e guardare il vivace brulichio della vita sotto di me e poi, più in alto, la distesa a perdita d’occhio di tetti, camini, altane e balconi stagliarsi contro il livido cielo cittadino.

Anche per voi è così ?

Magari se vi affacciate riuscite a vedermi....

La felicità di un soprammobile

Quando mi sveglio, dopo essermi lavato e vestito con cura, comincio il mio giro d’incontri: osservo tutti i miei soprammobili per capire se qualcuno vuole essere cambiato di posto. Me n’accorgo quando alcuni di loro non attirano la mia attenzione da un po’ troppo tempo. Questo è sintomo di un’interruzione dell’energia causata da uno stato di sofferenza. Ogni volta che accade devo prendere l’oggetto, girare per il salone e aspettare pazientemente che sia lui a decidere dove vuole stare.



Spesso devo portarlo in giro per delle ore prima di avvertire l’impercettibile segnale che mi avverte della sua scelta. Di solito avverto uno strano formicolio sulla punta delle dita in contatto con la materia. Allora lo appoggio e capisco che è felice.

Il punto di vista dell'insetto

In una stanza succedono moltissime cose durante una giornata. Probabilmente quasi le stesse di un intera città. Basta pensare ai microbi o per non andare troppo lontano gli insetti. Da nostro punto di vista la loro vita dovrebbe essere di una noia mortale. Quelli che non volano passano l’intera esistenza in poche centinaia di metri. Quel piccolo spazio che per noi è insignificante per loro rappresenta un vasto territorio pieno di pericoli e sorprese. Mi sono immaginato spesso come dev’essere il mondo osservato dal punto di vista di un insetto.

Sonno

Ho sonno...purtroppo bisogna dormire. Quanto tempo svanito nel nulla e rubato alle incredibili sorprese che questa vita sa regalare a chi sogna ad occhi aperti...

Chisciotte

Vivo sprezzante di ogni pericolo al mondo, real cavaliere metropolitano, tra draghi ubriachi con il cellulare e un senso di vuoto che sale....

Sul tempo


La più grande ricchezza sta nell'esser padroni del proprio tempo...

Precipizi

… con l’aria afflitta, seduto sul ciglio del precipizio colpevole di non essere come gli altri, di fare sogni diversi. Una vera battaglia contro me stesso e le mie paure, paure incontrollabili.

Ricopro il letto di ortiche e mi nascondo sotto.

Sono molto attaccato alla vita nonostante le apparenze.


L'età con l'età e il lupo alle pecore

Mi sto concentrando su me stesso, mischiando la fantasia con i ricordi. Sto nuovamente creando quello spazio neutrale dove il tempo si ferma e tutto diventa possibile. Dove la linea di demarcazione tra sogni ad occhi aperti e realtà sparisce creando una fessura con un’altra dimensione. Un pò come si fa da bambini quando per vivere altre vite basta immaginarsi un gioco ed ogni ruolo interpretato diventa incredibilmente reale. Ho sempre osservato moltissimo i bambini. Li ho spiati nei parchi, nei cortili delle scuole, nei grandi magazzini, mentre camminano per strada insieme ai genitori, stretto nella mia solita lunga giacca verde dai riflessi ramati. Mi sono sentito uno di loro, provando un irrefrenabile desiderio di partecipare ai loro giochi ma anche consapevole di non essere più così puro. Un grottesco ibrido metà uomo e metà fanciullo ecco come mi sento.

Mi torna in mente uno dei tanti proverbi di mio padre < L’età con l’età ed il lupo alle pecore > diceva ma come al solito non mi contiene. Io, l’eccezione vivente dei suoi saggi proverbi.

Sulla paura del niente da dire



Può succedere di non avere niente da dire, niente da raccontare. In realtà la vita non si giustifica con le azioni. Dipingere, scrivere o suonare ogni giorno può anche non portare a nulla. Si può creare solo nell’intervallo tra due segmenti di nulla, tra cinque minuti d’inerzia e altri cinque minuti perfettamente inutili come i precedenti. L’inattività diventa un problema esistenziale solo se noi la trasformiamo in un orribile mostro sanguinario. Se si cerca di forzare la creatività, quel meraviglioso campo di fiori dove giochiamo fin da bambini, essa diventa un dolore ed un muro scuro ed invalicabile. Per questi motivi la solitudine, i giorni tutti uguali, le notti perfettamente intercambiabili con le mattine ed i pomeriggi, il fatto di non sapere più che ore sono o in che punto della propria vita ci si trovi assumono secondo come sono interpretati valenze completamente opposte. Per alcuni una malattia da cui cercare di guarire ad ogni coso e per altri come il sottoscritto, un’interessante prospettiva da cui osservare la propria vita e di conseguenza anche il mondo. Non so perché ho scritto tutto questo, né se ha senso oppure no. So solo che ho voglia di prendermi una pausa.

Tra poco farò qualcos’altro…… tra cinque minuti….

Viaggi e miraggi

Mi sono sempre piaciute le storie ambientate nei deserti. M’identifico soprattutto in quei personaggi, vestiti di lino chiaro, che si smarriscono tra le dune di sabbia ardente e senz’acqua e senza provviste riescono sempre a cavarsela, raggiungendo un’oasi sperduta. Capita anche che siano preda di miraggi.

Per ovvi motivi adoro i miraggi.

Sono degl’incredibili sogni ad occhi aperti.

Anche le mie storie sono un pò dei miraggi. Forse la mia vita stessa lo è.