Tremilasessantottesimo giorno undici ore e sette minuti


Se mi guardo intorno ci sono molti vecchi amici che abitano qui con me, ognuno con un nome ed una sua personalità.

Ce ne sono di piccoli, grandi, triangolari, tondi, a spirale, curvi, con più gambe o con una sola, dai colori più strani…

Insomma siamo in tanti qui e non ci annoiamo di sicuro.

Ognuno di loro ha una storia da raccontare ed emana un'energia. Esiste una strana facoltà, detta psicometria, che rende capaci di percepire, dagli oggetti, la visione degli eventi di cui sono stati muti testimoni.

I miei silenziosi amici giacciono lì, inermi nella loro immobilità e mi osservano dagli scaffali dei mobili, dalle pareti dei muri, pigramente distesi sul pavimento... pazientemente in attesa di rivelarmi i loro segreti.

Sono d'avorio e hanno fatto parte un grande animale, sono di legno e sono stati piante e alberi, sono di pietra e sono stati rocce e montagne.

La materia si trasforma nelle forme più bizzarre ma non per questo smette di vivere. E' solo che il tempo scorre su binari diversi e la corrompe più lentamente. Ne hanno di tempo da perdere gli oggetti nella loro statica esistenza. Direi che possono permetterselo diversamente da noi esseri umani che abbiamo il dovere di utilizzare al meglio la nostra che è molto breve.

Così tiriamo avanti bruciando nel vento, consumandoci nell'arduo tentativo di lasciare una traccia, un minuscolo segno del nostro passaggio prima che un soffio più forte degli altri spenga la nostra flebile fiamma.

Poi, credo, torniamo a far parte del tutto, nel bosco inanimato delle cose e magari entriamo nella schiera di quelle entità discrete e mute che popolano le nostre case, i solai, i giardini…….

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